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sabato 20 luglio 2019

Il Castello di Porciano


Castrum Porciani, anche detto Castello di Porciano, collocato territorialmente nella frazione di Porciano (comune di Ferentino), è un antico presidio militare del IX secolo circa.  Oggi i suoi resti sono ricoperti da una fitta vegetazione su un'altura che si affaccia sul lago di Canterno, nell'area della Riserva Naturale del Lago di Canterno. 


IL CASTELLO, IERI.

Situato in una posizione strategica, era una valida roccaforte di difesa le cui prime testimonianze documentali sono del 926, ma numerose sono le testimonianze archeologiche che lasciano supporre agli studiosi una fondazione di molto precedente. Un documento del 1085 parla di un atto di donazione  al monastero di Subiaco da parte di un certo Trasmondo di AmatoNel XIII secolo la popolazione crebbe fino a superare il numero, considerevole per l'epoca, di mille abitanti tanto da acquisire un'importanza, oltre che militare, anche politica e la sua estensione territoriale arrivò a coprire un'area di cinque ettariOriginariamente il Castrum era sotto il controllo diretto della Chiesa romana alla quale doveva versare annualmente un'imposta di sei libbre d'argento.


Nel 1203 papa Innocenzo III,  dopo una visita al monastero di S. Benedetto a Subiaco,  constatando le serie difficoltà economiche in cui versavano i monaci, con una bolla del 24 febbraio obbligava i porcianesi a versare le sei libbre d'argento non più alla Chiesa romana ma direttamente al priore del Sacro SpecoA causa delle liti tra il papa, il Re di Napoli e le famiglie aristocratiche romane, attorno al XV secolo il castello fu saccheggiato ed incendiato. Nel 1438 la rocca fu acquisita con tutti i suoi possedimenti da Pietro De Viviani.  Porciano riprese il suo antico splendore grazie a papa Eugenio IV, parente dello stesso Pietro. Il castello fu ristrutturato e fortificato, ma poco prima dalla morte del Viviani assunsero il controllo della rocca i suoi eredi di famiglia, malvisti dalla popolazione locale. Al grido di “via il tiranno” la popolazione porcianese insorse infuriata, saccheggiando il castello. Il tiranno Ferraguto, figlio di Pietro fu legato e portato a Roma al cospetto di Pio II Piccolomini per chiederne l’esecuzione ma il papa non la concesse e diede il castello (5 maggio 1464) al capitolo di Ferentino, quale legittimo precedente avente diritto. Questo non piacque agli abitanti, al punto che piano piano nel XVI secolo iniziarono ad abbandonare il borgo preferendo i vicini borghi di Fiuggi ed AcutoNel 1477 passò ad Antonio Rovere con l’obbligo di pagare un censo annuo alla cattedrale di Ferentino. Nel secolo seguente era già, secondo la cronaca, “castri diruti Porciani” passando nell’asse patrimoniale dei CaetaniDal 1640 il sito è abbandonato e trasformato prima in cava di materiale edile e poi in luogo di pascolo; oggi il luogo è difficilmente visitabile soprattutto nella stagione estiva a causa di una fitta boscaglia che lo ricopre. 


 I ruderi del Castello furono abitati da Antonio Gasparoni detto Gasperone il brigante, che nel 1800 fra i monti La Monna e Porciano viveva, razziava e vedeva crescere la sua fama di brigante “Robin Hood” della Ciociaria, che rubava ai potenti in favore degli oppressi. Nato nel 1793 a Sonnino e rimasto orfano, nel 1814 organizzò una banda di latitanti insieme ad Alessandro Massaroni e Bartolomeo Varrone di Vallecorsa e Luigi Masocco di Giuliano di Roma. Non fu mai catturato sul campo ed in diverse occasioni ebbe modo di dimostrare la sua furbizia. Godette inoltre dell’ampio supporto delle popolazioni locali. Si consegnò nel 1825 e senza aver avuto mai nessun processo rimase in carcere fino al 1870 quando, dopo l’Unità d’Italia, fu graziato dal Governo Nazionale. Tentò di ritornare nel proprio paese natale ma non fu accolto molto bene e fu trasferito nella Pia Casa per anziani di Abbiategrasso. Qui morì il 1 Aprile 1882, all’età di 89 anni.


 

IL CASTELLO, OGGI.

Il castello oggi è diroccato, difficilmente visitabile in alcuni periodi dell’anno. Il mio consiglio è di visitarlo in una bella e soleggiata giornata di primavera come potete vedere nel video, così da non trovare fanghiglia lungo il percorso e nemmeno una eccessiva vegetazione che ricopre quasi totalmente il castello come nei mesi estivi. A mio parere, a livello turistico sarebbe di sfruttare di più questi siti storici che il passato ci ha regalato. Va benissimo il percorso di circa 30 minuti a piedi dalla fine del centro storico della nuova Porciano fino al castello realizzato dal comune e dalla Regione Lazio, ma vedere la zona del castello così piena di piante, arbusti, spine che stanno continuando a buttare giù quel poco che resta è veramente un peccato. Prendiamo esempio dalla Scozia che di castelli ne ha migliaia e tutti praticamente visitabili con facilità, puliti nelle aree limitrofe, con opere continue di restauro e con gite organizzate che finanziano il tutto e creano posti di lavoro nell’ambito turistico. Noi ne abbiamo molti di meno di castelli, forse, ma anche molta meno intelligenza gestionale.  

Fonti:
Wikipedia    

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